Formazione per l’apprendistato, perché è obbligatoria?

Una delle possibilità di entrare nel mondo del lavoro è tramite un contratto di apprendistato, che permette al dipendente di affiancare alle mansioni svolte quotidianamente un ammontare specifico di ore di formazione professionale offerta dal Datore di Lavoro.

Il Datore di Lavoro è obbligato dalla legge a permettere l’accesso di tutti i dipendenti assunti come apprendisti a corsi di formazione specifica, tenuti da enti riconosciuti dalla Regione Lazio, in cambio di agevolazioni economiche.

Cosa dice la legge e gli obblighi normativi?

Il punto di riferimento per quanto riguarda la normativa che regola il contratto di apprendistato è il Testo Unico dell’Apprendistato (D.Lgs. 167/2011), che si occupa di pianificare i diversi percorsi formativi per il dipendente, che sono diversificati in base alla tipologia di lavoro e apprendistato, prevedendo differenze specifiche in termini di quantità di ore da dedicare alla formazione e di modalità di fruizione.

In termini generali esistono due macro percorsi differenziati:

  • Formazione di base e trasversale, che è regolamentata dalla Regione e che è erogabile con contributo pubblico
  • Formazione professionalizzante, che viene regolamentata dai singoli CCNL, erogabile dall’azienda, senza contributo pubblico e che può essere organizzata internamente o affidata a enti esterni

In ogni caso è necessario che l’azienda certifichi e dimostri l’avanzamento professionale dell’apprendista e il conseguimento delle competenze specifiche richieste. Vengono svolti anche controlli da parte di ispettori per verificare in step regolari il raggiungimento di determinate percentuali di formazione.

Perché il Datore di Lavoro deve formare l’apprendista?

Il Datore di Lavoro è obbligato dalla legge a farsi carico della formazione del dipendente assunto con contratto di lavoro di apprendistato, pena la possibilità di essere sanzionato e il disconoscimento del rapporto lavorativo con il dipendente apprendista.

Se viene a mancare la possibilità di formazione per il dipendente, l’azienda e il Datore di Lavoro perderanno tutti i benefici economici e le agevolazioni previste nella formula del contratto di apprendistato e lo stesso Datore di Lavoro è tenuto al versamento della differenza tra la contribuzione versata e quella dovuta, con il riferimento al livello di inquadramento contrattuale superiore che sarebbe stato raggiunto dal dipendente alla fine del suo periodo di apprendistato, maggiorata del 100%.

Cosa sono i corsi di formazione per l’apprendistato?

I contratti per apprendistato presentano una serie di obblighi per il Datore di Lavoro e per il dipendente stesso, richiesti dalla legge: in particolare il dipendente deve poter avere accesso a corsi di formazione per apprendistato adeguati alle competenze necessarie per le mansioni che svolge durante l’attività lavorativa quotidiana.

La responsabilità della formazione per l’apprendista ricade sul Datore di Lavoro che deve permettere l’accesso a corsi di formazione mirati e il dipendente ha l’obbligo di frequenza fino al raggiungimento di un monte ore specifico e della certificazione finale.

Come funziona la formazione nei corsi di apprendistato?

La formazione per apprendistato si divide sostanzialmente in due tipologie, quella esterna che deve essere svolta necessariamente da Enti Accreditati dalla Regione (nel Lazio interamente finanziata dalla Regione) e quella che deve essere svolta all’interno dell’azienda.

La durata della formazione per un apprendista si differenzia in base a diversi fattori, tra cui titolo di studio posseduto, eventuali percorsi di istruzione (anche non conclusi), esperienze lavorative, eventuali periodi di apprendistato già svolti ed eventuale possesso di una qualifica professionale.

È importante fissare il concetto che dal momento della definizione del contratto con il dipendente, il Datore di Lavoro ha a sua disposizione un periodo di tempo limitato per organizzare la partecipazione del dipendente a una classe di formazione per apprendistato.

Competenze di base e trasversali

Le classi di formazione per apprendistato coprono un ampio spettro di competenze in modo che il dipendente possa accedere a un percorso di studio pensato e strutturato per garantirgli una formazione completa circa la sua mansione lavorativa.

In generale i corsi per apprendisti devono garantire, quindi, l’insegnamento di competenze base e trasversali, organizzate in un monte ore complessivo che deve essere svolto nella sua totalità durante la durata del contratto dell’apprendista.

Rischi derivanti dall’utilizzo di prodotti fitosanitari

L’utilizzo di prodotti fitosanitari in agricoltura è sempre più frequente e può portare ad un concreto miglioramento per chi coltiva e rivende la propria produzione. Nell’agricoltura moderna, purtroppo troppo spesso, si tende a sfruttare al massimo i terreni, con conseguenze pesanti sull’ambiente. Per questo motivo sono state introdotte normative molto severe in questo ambito, che ogni persona coinvolta nel processo delle coltivazioni deve seguire.

I fitosanitari, anche conosciuti come agrofarmaci, anche se spesso demonizzati, se utilizzati con intelligenza non sono uno strumento negativo per il settore delle coltivazioni.

Parliamo di prodotti pericolosi, questo è innegabile, i rischi si estendono a chi li utilizza, all’ambiente circostante e le persone che si trovano a diretto o indiretto contatto. Eppure, sotto un punto di vista produttivo, il loro utilizzo migliora i raccolti per caratteristiche qualitative e quantitative.

Il bersaglio degli agrofarmaci sono quei parassiti, funghi, insetti ed erbe infestanti che rovinano il lavoro di mesi e mesi in poco tempo. La cura e la prevenzione in ogni aspetto vengono coadiuvate da questi prodotti chimici, che in un utilizzo morigerato non rischiano di diventare un vero e proprio problema per la salute umana e ambientale.

Quali sono i rischi per l’utilizzo di prodotti fitosanitari?

Le intossicazioni acute e croniche sono il maggior rischio per l’utilizzo di insetticidi e fungicidi, derivanti da quelle sostanze come gli organofosforici e le triazine. Intossicazioni che possono avvenire tramite vie cutanee e/o inalatori, senza dimenticare che i problemi derivanti da inquinamento di cibi e falde acquifere aumentano esponenzialmente il bacino di persone che rischiano di essere colpite in senso negativo.

Per questa ragione, c’è stato bisogno di un intervento atto a regolare questo campo affinché non vi fosse più modo di lasciare un oggetto potenzialmente pericoloso in mano alla qualunque. Da qui difatti nasce l’obbligo di possedere un patentino per prodotti sanitari anche per il semplice acquisto ed utilizzo.

Cosa fare dopo il liceo con Pre.Sic Srl

Avete finito la scuola e non sapete cosa volete fare da grandi? Pre. Sic può esservi d’aiuto.
Cosa fare dopo il liceo è una domanda da un milione di euro a cui, in un contesto come quello attuale e in una situazione come quella del nostro paese, non è facilissimo trovare una risposta.

Le opportunità esistono e sono tante, ma non è detto che portino a sbocchi professionali redditizi. Non sempre i giovani d’oggi sono pigri e svogliati, talvolta è anche l’assenza di stimoli esterni, quelli che in informatica chiameremmo input, che li mette in una situazione in cui neanche cercano di emergere, ancora meno di emanciparsi.

I tempi stanno cambiando, anzi sono già cambiati, il mondo gira ad una velocità che non è più quella che hanno percepito i nostri genitori e chi prima di loro. Non è più facile trovare un posto fisso; parole come lavoro precario e, purtroppo, lavoro in nero sono quotidiane e all’ordine del giorno su notiziari e giornali nazionali.

Cosa fare dopo il liceo, proseguire gli studi o lavorare?

La scelta è difficile e spesso, per paura di sbagliare strada, si rallenta e le cose non vengono affrontate con serenità. Cosa fare dopo il liceo pone la strada dei giovani ad un bivio, andare all’università o stampare il curriculum vitae ed andare a bussare alle porte.

L’università rappresenta uno scoglio e se già si è indecisi su cosa fare dopo il liceo, sicuramente, non c’è la voglia di imbarcarsi in un’impresa senza valide motivazioni e dal finale incerto. Il lavoro, invece, sembra impossibile da trovare, tant’è che i più ricorrono sempre più spesso alle agenzie interinali per farsi aiutare nella ricerca. Nulla, però, sembra smuovere un mercato, quello del lavoro, da un torpore dovuto all’andamento economico degli ultimi anni.

Eppure esiste una terza alternativa. Cosa fare dopo il liceo potrebbe essere una domanda che trova la risposta nei percorsi formativi e professionalizzanti accreditati con la Regione Lazio, come il nostro Pre.Sic.
Contattateci, uno dei nostri tecnici è pronto ad aiutarvi.

 

Come aprire un bar a Roma

Dare il via ad una nuova attività non è impossibile, neanche nella capitale. Quello che è fondamentale è seguire l’iter necessario ed essere in possesso di tutte le autorizzazioni richieste, soprattutto se si vuole aprire un bar nella capitale. Una su tutte quella per aver seguito un corso Ex REC a Roma per la somministrazione di alimenti e bevande.

A questo devi aggiungere anche delle valutazioni più complessive, come dire più strategiche: com’è la zona del locale, ci sono limiti urbanistici ed edilizi da rispettare…

I requisiti per aprire un bar a Roma

Per l’apertura della tua nuova attività, devi prestare attenzione in particolare a queste conditio sine qua non. Sono solo alcune, per essere sicuro di non sbagliare e di essere a norma di legge devi affidarti sempre a dei professionisti del settore che sappiamo guidarti e supportarti.

1. Gli spazi del locale.

Gli ambienti dovranno avere una destinazione d’uso commerciale riconosciuta. Questa certificazione sancisce cosa il tipo di attività che può essere fatta in uno specifico luogo, e può essere anche modificata, ma ti consigliamo di pensare bene anche al dispendio economico che questo può portare.

2. Vincoli urbanistici e logistici

Il comune di Roma ha dettami molto rigidi per quel che riguarda l’urbanistica, soprattutto quando si tratta di zone nel centro storico. Molta attenzione va data alla distanza dei parcheggi rispetto al bar, che può essere di massimo 300 metri; occhio anche alla metratura della struttura che deve, sempre e comunque, rispettare le regole di sicurezza pubblica. Questo include uscite di emergenza, i locali di preparazione dei cibi e delle bevande, servizi igienici e vetrate.

3. Comunicazione della SCIA.

Come per ogni tipo di locale commerciale, anche per aprire un bar sarà necessario all’ASL di riferimento e alle autorità competenti l’avvio della propria attività, redigendo la SCIA (Segnalazione Commerciale Inizio Attività). Si tratta di un’autocertificazione, comprensiva di dati aziendali e allegati sanitari, che i titolari debbono compilare e con cui si afferma la regolarità del bar.

Questi sono alcuni dei requisiti essenziali per aprire un bar a Roma, se hai bisogno di una consulenza su misura oppure hai domande per la tua attività, non esitare a contattarci!

Requisiti per l’apertura di un ristorante a Roma

Desideri aprire un ristorante a Roma? Ecco una piccola guida su come fare, rispettando permessi e vincoli legislativi. Il corso SAB a Roma per la somministrazione di alimenti e bevande lo organizziamo noi!

La prima cosa che devi tenere presente, se vuoi avviare qualcosa di tuo, è la presentazione della SCIA, vale a dire la Segnalazione Certificata di Inizio Attività, alle Autorità Competenti per via telematica.

I requisiti per aprire un ristorante a Roma

Secondo quanto disposto dal Regolamento di Roma Capitale, per poter mettere in piedi un’attività enogastronomica, vanno rispettate alcune limitazioni e condizioni specifiche. Vediamole insieme.

Requisiti strutturali.

Si tratta delle caratteristiche della struttura in cui si avvierà il ristorante, ponendo molta attenzione ai locali che saranno destinati alla manipolazione e conservazione degli alimenti.

Criteri di qualità.

La città di Roma viene divisa in 3 zone, ognuna delle quali ha un proprio punteggio da raggiungere: la zona A che corrisponde con la città storica, ed ha uno score minimo di 170; la zona B, definita città consolidata il cui punteggio deve essere minimo 155; e la zona C, che coincide con la città da ristrutturare e la città della trasformazione, che parte da 120. Per quanto riguarda, poi, la zona A e alcuni Municipi, come I, III e XVII, debbono essere rispettate norme ancora più restrittive.

Requisiti per l’istruttoria di un ristorante

Hai tutta la documentazione necessaria ad avviare la tua attività? Facciamo insieme il riepilogo di quello che va presentato.

1. La ricevuta del pagamento dei diritti dell’istruttoria;
2. la planimetria completa dei locali che si utilizzeranno, che deve essere timbrata e approvata da un tecnico abilitato;
3. documento che attesta il raggiungimento del punteggio minimo dei criteri di qualità;
4. Dia sanitaria, incluso il pagamento dell’ASL e una relazione tecnica sulla struttura;
5. Documentazione in cui si dichiara di essere in possesso dei requisiti strutturali;
6. Comunicazione di iscrizione per la Tassa sui Rifiuti;
7. Dichiarazione del rispetto dei requisiti igienico sanitari.

Vuoi sapere se sei in possesso di tutti i requisiti per l’apertura di un ristorante a Roma? Hai bisogno del corso SAP? Contattaci subito!

Cosa serve per aprire un locale a Roma?

Sei interessato ad aprire un locale a Roma? Ecco quello che non devi mai sottovalutare quando si tratta di normative e autorizzazioni.

Investire sul proprio sogno è sempre meraviglioso in termini personali, ma deve ancorarsi saldamente alla realtà che ci circonda e integrarsi con il sistema legislativo in vigore. Che si tratti dell’avviamento di un bar oppure di un esercizio di somministrazione alimenti e bevande, ci sono dei vincoli da seguire. Sebbene la maggior parte delle attività commerciali non richiedano licenze, ci sono molte limitazioni per chi vuole aprire un locale a Roma e in provincia.Read more

Corso Ex REC o SAB, è necessario?

Il corso ex REC detto anche SAB, acronimo che indica la somministrazione di alimenti e bevande, è diventato obbligatorio a livello normativo per chi vuole aprire un’attività nel settore alimentare partendo anche da zero.

Tralasciando le dovute eccezioni del caso, il corso è professionalizzante e l’attestato viene rilasciato a seguito ad l’esame davanti ad una Commissione Regionale.Read more

Somministrazione alimenti e bevande a Roma: tutto quello che c’è da sapere!

Sei interessato ad aprire una tua attività? Non sai quali sono i requisiti per ottenere la licenza per la somministrazione alimenti e bevande a Roma? Sei nel posto giusto.

Che si tratti di ristoranti, pizzerie oppure gelaterie e bar, tutte le attività, in Italia, necessitano di un’autorizzazione rilasciata dal comune (in cui si vuole aprire il locale). Si tratta di luoghi aperti al pubblico, comprensivi di aree pubbliche e superfici attrezzate, in cui verranno consumati, ovviamente alimenti e bevande, e non per forza alcoliche.Read more

Chi è davvero il responsabile del servizio di protezione? Scoprilo con un corso RSPP!

Dal 1994, per la precisione dal D.Lgs. 19 settembre 1994 n. 626, è apparsa in Italia una nuova figura, che si occupasse della salute e della sicurezza dei lavoratori. Il responsabile del servizio di prevenzione e protezione è un ruolo chiave all’interno delle dinamiche aziendali, disciplinato dal D.Lgs. 81/2008 a cui ogni datore di lavoro è vincolato.
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